Ultras Atalanta ucciso, striscione di minacce sul luogo del delitto: martedì l’interrogatorio del 18enne accusato di omicidio
Maggio 5, 2025Jacopo era incensurato. Domani sarà interrogato dal Gip nel carcere di Brescia per la convalida dell’arresto. Riccardo era laureato in Economia e Commercio, nei mesi scorsi aveva seguito un corso di specializzazione all’estero, in Lussemburgo.
- Omicidio a Bergamo, domani l’interrogatorio
- Mercoledì l’autopsia di Riccardo Claris
- L’aggravante contestata a Jacopo De Simone
- Lo striscione senza firma
- La lettera di Barbara Claris
- “Non riuscirò ad accettare che si possa morire così”
- “Riccardo non era un criminale”
- “Giustizia senza mediaticità”
- “Società che ha perso il senso di umanità”
- Anfp: chiudere le curve violente
Omicidio a Bergamo, domani l’interrogatorio
Domani il primo verrà interrogato alle 15.30 al Tribunale di Bergamo, davanti alla gip Maria Beatrice Parati; il secondo, purtroppo, non ha un domani. Si tratterà dell’interrogatorio di garanzia per Jacopo De Simone, il 18enne tifoso dell’Inter arrestato per l’omicidio dell’ultrà dell’Atalanta Riccardo Claris, 26 anni, ucciso a coltellate la notte tra sabato e domenica in via Ghirardelli a Bergamo, vicino lo stadio, dopo una rissa tra tifosi dell’Inter e dell’Atalanta.
Mercoledì l’autopsia di Riccardo Claris
De Simone, che al pm di turno ha già fatto una prima ammissione, dopo il fermo, è il fratello di Carmine Francesco De Simone, il 25enne adottato dai genitori di Jacopo e in cella per l’omicidio del 58enne Luciano Muttoni, ucciso a inizio marzo a scopo di rapina nella sua casa di Valbrembo. A far luce sull’omicidio sarà nei prossimi giorni anche l’autopsia sul corpo del 26enne tifoso atalantino, portato nell’obitorio dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. A poca distanza dal cadavere, in via Ghirardelli, vicino allo stadio, sono stati ritrovati sia la lama che il manico del coltello in ceramica utilizzato per colpire a morte il26enne Riccardo Claris.
L’aggravante contestata a Jacopo De Simone
Al giovane, come riporta l’AdnKronos, il pm Guido Schininà e il procuratore di Bergamo Maurizio Romanelli contesteranno anche l’aggravante dei futili motivi. L’omicidio, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe partito da una lite scoppiata in un bar di Borgo Santa Caterina tra due piccoli gruppi di tifosi interisti e atalantini. Ma per chiarire del tutto la dinamica che ha portato poi all’accoltellamento mortale di Riccardo in via Ghirardelli, sotto casa di De Simone, i carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo stanno sentendo gli amici di vittima e arrestato.
Lo striscione senza firma
Una vicenda triste, angosciante, che ha devastato gli ambienti del tifo organizzato atalantino, che a Monza ha ricordato Riccardo con uno striscione. Sul luogo del delitto, i tifosi hanno depositato due mazzi di fiori e un nastro nerazzurro, oltre a una maglia della Curva Nord. A qualche metro di distanza, sullo stesso muretto, nella notte è apparso uno striscione criptico: “1 si è salvato rinnegandovi, 2 hanno seguito le vostre orme. È ora di tornare giù e accogliere il vostro destino”. Un drappo senza firma, che è stato prontamente rimosso. Era stato posizionato di fronte casa di Jacopo De Simone: lui e Riccardo abitavano proprio lì, dove si è consumata la tragedia.
La lettera di Barbara Claris
La madre di Riccardo lavora come dirigente scolastica a Bergamo, il padre è scomparso qualche anno fa. A prendere parola in famiglia è stata sua sorella Barbara, che ha postato una lettera in cui chiede silenzio e rispetto. “Saluto il mio Ricky indignata per una società che ha perso il senso dell’umanità. Ha perso l’empatia, i valori fondamentali, il rispetto per la vita, per il lutto, per tutto”.
“Non riuscirò ad accettare che si possa morire così”
“Lo dimostriamo sempre di più, zero pazienza, liti, deliri, morti, ma anche giornalisti pressanti, commenti idioti, invenzioni solo per i click, nessuno che si degni di chiudere la bocca e rispettare chi come me, gli voleva bene sul serio – scrive la sorella del 26enne ucciso – cresciamo generazioni di disagiati che se non sanno come replicare a parole, di persona e non su questi fantastici schermi, salgono a casa scendono armati e ammazzano, alle spalle. Mai riuscirò ad accettare che si possa venir uccisi cosi“.
“Riccardo non era un criminale”
“Siamo tutti sconvolti, non ci sono parole per descrivere ciò che proviamo. Riccardo era un bravissimo ragazzo, chi lo conosce lo sa. Qualsiasi cosa sia successa non era un violento, non era un criminale, non si meritava quanto successo. Niente giustifica l’omicidio, comunque! Il nostro dolore non passerà mai. Dovremo conviverci consapevoli che per perdere la vita è sufficiente trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato”.
“Giustizia senza mediaticità”
Poi Barbara aggiunge: “Noi vogliamo che la giustizia faccia il suo corso, senza violenza, senza mediaticità, senza continue interferenze. Ricordiamolo con affetto, amore, ricordiamolo non solo come ultrà ma come un giovane ucciso nell’ennesimo episodio di una società sempre più malata. Chiude con il cuore spezzato di avere ciò che meritiamo, rispetto e silenzio, lo chiedo ai giornali, ai commentatori, ai tifosi. Rispettiamo aspettiamo chiediamo giustizia come UMANI“.
“Società che ha perso il senso di umanità”
“Saluto il mio Ricky indignata per una società che ha perso il senso di umanità. Ha perso l’empatia, i valori fondamentali, il rispetto per la vita, per il lutto, per tutto. Lo saluto con il cuore, rotto, in mano. Mi fa parecchio arrabbiare leggere che c’è stato ‘uno scontro finito male’ perché dalle contestazioni delle forze dell’ordine molto probabilmente è stato colpito a caso alle spalle mentre tornava a casa“.
Anfp: chiudere le curve violente
Chiusura temporanea o permanente per uno o più campionati delle curve per quelle tifoserie coinvolte in atti criminali. E’ quanto propone il segretario dell’Associazione nazionale funzionari di Polizia (Anfp) Enzo Letizia, a seguito sia dell’inchiesta di Milano sulle curve di Milan e Inter sia dopo l’omicidio che si è consumato a Bergamo. “Questi eventi evidenziano come le curve possano diventare terreno fertile per soggetti violenti e organizzazioni criminali – dice Letizia – La presenza di individui pronti a commettere atti estremi, come l’omicidio, impone una riflessione seria sulle misure da adottare per garantire la sicurezza negli stadi“.